centro de reflexión, encuentro y solidaridad
Estimados lectores, permitirme que, para empezar mi pequeño testimonio me presente primero. Soy Anna, una colaboradora española que llega a Santiago desde España con ilusión por lo que va a realizar y lo que va a descubrir.
Algunas cosas de las que descubres aquí te impactan, otras te fascinan, otras apasionan, te alegran, te hieren. La verdad es que ayer, después de tres semanas de observar el trabajo que se realiza aquí y de empezar a entrometerme en sus actividades, me sentí realmente impotente.
En mi tengo acumuladas cantidad de imágenes e impresiones que no se en realidad de dónde proceden ¿Las habré sacado de algún documental? Un día tras otro he absorbido caras, casas, familias, ríos, paisajes. Unas me han gustado más que otros pero hasta ayer no me di cuenta de para que servían. En el fondo, cada uno de ellos representaba un sentimiento distinto. He visto tantas cosas que me gustaría cambiar, no puedo decir que he visto cosas que querría no haber visto ya que, por una parte no seria justo que por el simple motivo de haber nacido en un contexto determinado pueda elegir vivir en la ignorancia y en la despreocupación por lo que pasa a mi alrededor y, por otra, mi presencia aquí no serviría para nada, aun así, algunas de ellas si que me han hecho mucho daño.
A poca distancia de una congestionada calle en Santiago, República Dominicana, situada entre cayenas, bajo la sombra de árboles de mango, algunas mujeres trabajan silenciosamente para lograr un cambio en su comunidad.
Ellas viven en Gurabo, un área pobre y semi-rural al noreste de Santiago, produciendo velas hechas a mano como parte del trabajo de Oné Respé, una organización no gubernamental cuya directriz espiritual es servir a las necesidades de los pobres. Las velas – cada una de las cuales es hecha a mano en un taller techado de cana - representan no tan solo una fuente de ingresos para la organización, sino una fuente de esperanza para la comunidad, particularmente para aquellos afectados con el VIH/SIDA.
Oné Respé busca cicatrizar las heridas causadas por las múltiples formas de violencia- racismo, sexismo, injusticia política y económica- a través del trabajo compasivo y solidario en comunidad basado en la oración y la reflexión.
Facilitare l’apprendimento dei propri allievi, affinché possano un giorno essere persone diverse, capaci di spirito critico, consapevoli del significato di parole come tolleranza, rispetto e solidarietà. Un obiettivo tanto impegnativo, quanto accattivante, che qualunque insegnante si adopera a perseguire, una meta complessa da raggiungere, che richiede competenze, responsabilità e costanza. Da un lato si presenta come sfida, e richiede pertanto dedizione, dall’altro come rischio, e necessita quindi di coraggio, oltre che di speranza, perché solo così è possibile educare responsabilmente le generazioni future. Questo lo scopo della professione di un insegnante nella nostra società. Questo l’obiettivo del corpo docente di una piccola ONG locale, “Onè Respe”, situata in Repubblica Dominicana, dove, aldilà dell’immagine colorata e serena, creata per richiamare il turista, si scoprono realtà complesse, connotate da estrema povertà e solitudine.
Cari amici, studenti, viaggiatori e cari tutti che avete visitato Oné Respe,
un caloroso saluto da Santiago e Haina, dalle persone di Oné Respe che avete conosciuto.
Alcuni di voi si stupiranno di ricevere questa lettera, con alcuni forse, è da molto tempo che ci siamo persi di vista, anche se, credeteci, qui in Oné Respe si ricordano sempre tantissimo tutte le persone che ci hanno visitato, soprattutto gli italiani.
L’Italia è infatti il paese con cui abbiamo più contatti, progetti, collaborazioni, vendite di candele e visite, per questo siamo arrivati a una riflessione, soprattutto grazie a Rodolfo Canciani di Fratelli dell’Uomo: nell’anno 2006 abbiamo avuto tanti progettini e tante collaborazioni dall’Italia, ma siamo assolutamente scarsi di informazioni e non siamo stati capaci di tanta coordinazione. Per dirla con altre parole abbiamo tanti amici che ci aiutano, ma questi amici non si conoscono e non sempre sono a conoscenza delle iniziative che vengono proposte.
Ciao!
Il mio nome è Mirka e vorrei raccontarvi la mia esperienza in Repubblica Dominicana e la mia permanenza in Oné Respe per quasi 2 mesi.
Mettiamo in ordine i pensieri e partiamo…
L’inizio è stato abbastanza duro, sono scesa dall’aereo e mi sono ritrovata sola, in un mondo nuovo e diversissimo dal mio dove tutti parlavano in spagnolo e non capivo niente!
Ma il peggio era che non sapevo spiccicare parola….!!!!
I primi giorni mi sono guardata intorno, sono andata a Santiago, alle scuole, a Santo Domingo, ad Haina….ho visto i quartieri più poveri di Gurabo, che sono quelli con cui lavora la ONG.
Le cose che più mi hanno impressionato sono quelle che io, nella mia mente occidentale, non avevo neanche immaginato…voglio dire, malauguratamente, nelle nostre teste la povertà è una cosa che ci figuriamo, ce l’hanno spiattellata in faccia ogni Natale da quando siamo nati…il bambino povero che ha fame, che vive in una baracca…e bene o male già avevo in testa lo scenario cui avrei assistito.